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sette giorni in Olanda

dicembre 2019 - gennaio 2020

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#ipaziatakesthenetherlands

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Avrei dovuto scrivere questo articolo qualche mese fa, lo so, era nei miei buoni propositi dell’anno nuovo e invece è già marzo. Vabbè, meglio tardi che mai!

In questa nuova puntata, vi racconto in breve (sì, Lucrezia, sappiamo che alla fine uscirà una roba lunghissima e pallossissima che leggeranno fino alla fine solo i più coraggiosi!), come ho trascorso i quattro giorni prima e i tre dopo il Capodanno 2020 tra le bellezze dei Paesi Bassi, alla ricerca ossessiva (lo ammetto) di arte e chicche di architettura.

Enjoy!

 

GIORNO 1

AMSTERDAM

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Partiti da Milano e atterrati ad Amsterdam la mattina presto del 28 dicembre, ci siamo diretti subito verso l’ostello prenotato per i primi tre giorni nella capitale olandese: l’Hans Brinker Hostel.

Premetto! Siamo backpackers, e cioè persone che viaggiano con zaino in spalla, pochi soldi e tanto spirito di adattamento, quindi tutti gli alloggi che abbiamo scelto preventivamente dall’Italia erano ostelli e quindi prevedevano il dormire in camerate miste da 10 o 12 persone di ogni sesso, nazionalità, tipo e abitudine.

Insomma, nel primo ostello era prevista anche colazione a buffet (moooolto abbondante!) dolce e salata in un grande open space industriale con bar annesso, aperto tutti i giorni tutto il giorno, quindi approved!

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Meeting Hall

@ipaziarossi

Il primo giorno in una nuova città di solito lo trascorro passeggiando, per ambientarmi tra le sue vie.

Ci imbattiamo nel Bloemenmarkt, il mercato galleggiante dei fiori, lungo il canale Singel.

I fiori e le piante sono esposti su chiatte messe in fila come a formare una via dello shopping. La sua tradizione risale al 1862, quando i mercanti usavano le chiatte per trasportare i fiori dalla periferia al centro della città e far ammirare la loro bellezza ai cittadini.

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Rose e tulipani del Bloemenmarkt

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Passeggiando tra i canali, arriviamo alla Moederhuis, letteralmente Casa madre progettata da Aldo van Eyck e Theo Bosch nel 1973.

Ospitava un’associazione benefica che dava rifugio a madri in difficoltà che potevano sostare temporaneamente con i loro figli.

Van Eyck progettò la Casa Madre basandosi sull'idea che l'architettura dovesse consentire le attività umane e promuovere i contatti sociali.

In questo senso l’edificio si distingue per le sue forme circolari, ottagonali e rettangolari in pianta, terrazze, scale e passaggi, ma principalmente per il notevole uso del colore in facciata.

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Facciata della Casa Madre su Plantage Middenlaan

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Ci dirigiamo a piedi verso l’area portuale storica di Oosterdok dove si trova il NEMO, il più grande centro scientifico-museale dei Paesi Bassi, progettato nel 1997 da Renzo Piano.

Lo si nota subito per la struttura rivestita in rame ossidato che ricorda l’aspetto di una nave.

Il museo presenta al suo interno un grande insieme di installazioni interattive scientifico-didattiche rivolte a ragazzi, famiglie e scuole.

Una delle più celebri attrazioni del NEMO però è la sua terrazza panoramica, uno spazio all’aperto con vista sul centro della città, aree per il riposo e una mostra didattica, intitolata Energetica, costituita da una serie di installazioni pensate per mostrare come l’energia venga, sotto varie forme, generata da vento, acqua e sole.

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Terrazza panoramica del Nemo Science Museum

Foto di www.beniculturalionline.it

Torniamo in centro e passiamo davanti alla Rembrandthuis in cui, tra il 1639 e il 1656, visse il celebre pittore olandese Rembrandt.

È proprio in questo luogo che, all’apice della sua fama, il pittore ha celebrato i suoi anni di gloria, principalmente come ritrattista, producendo (in questa abitazione, tra le tante opere, è stato dipinto Ronda di notte) e collezionando dipinti, stampe, rarità e altri oggetti d'arte, fino a quando il fallimento e la conseguente povertà lo hanno costretto a rinunciare alla casa.

Oggi la casa è un museo che ospita anche mostre temporanee. 

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Facciata della casa di Rembrandt

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Abbiamo attraversato De Wallen (letteralmente le mura), ovvero il più conosciuto quartiere a luci rosse d'Europa e del mondo.

Si trova nel cuore della città antica, a sud della Oude Kerk ed è attraversato da numerosi canali. 

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Tipico teatro erotico nel Red light district

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Lungo la banchina che costeggia il fiume Ij di Amsterdam, è possibile ammirare un enorme complesso residenziale, il Silodam, progettato dallo studio olandese MVRDV nel 1995.

Un elemento costante nel lavoro dello studio MVRDV è l'investigazione sulle tematiche urbane relazionate all'elevata densità di popolazione: da ciò scaturiscono soluzioni progettuali che prevedono il massimo utilizzo dello spazio a disposizione.

Il Silodam è un edificio di 10 piani in cui sono stati distribuiti 157 appartamenti, uffici e spazi pubblici.

Secondo le sue caratteristiche, i moduli sono stati raggruppati in mini-quartieri ognuno dei quali caratterizzato da una diversità in termini di quantità e tipologie di stanze, livelli, materiali da costruzione, spazi esterni e tipi di finestre.

 

Fonte: www.mvrdv.nl

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Facciata ovest del Silodam

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GIORNO 2

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Il secondo giorno, dopo un’abbondante colazione, ci siamo diretti verso il Rijksmuseum (Museo Statale di Amsterdam) che ospita i capolavori dell'arte fiamminga di maestri quali Rembrandt (Ronda di notte), Vermeer (La lattaia, Donna che legge una lettera), Frans Hals e Jan Steen.

L’imponente palazzo neorinascimentale con inserti gotici è nato dal progetto di Pierre Cuypers nel 1876 a seguito di un concorso. 

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Hall d’ingresso del Rijksmuseum

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Attraversiamo la famosa via dello shopping Pieter Cornelisz Hooftstraat e ci imbattiamo in una tipica casa a schiera ma con facciata in vetro.

Chiamato Crystal House, l'edificio è stato progettato da MVRDV nel 2016 e ora ospita il negozio del marchio di moda di lusso Hermès (tre anni fa ospitava Chanel), con interni progettati dell'agenzia di design francese RDAI.

Lo studio di architettura ha completato la facciata, i cornicioni e gli architravi utilizzando centinaia di mattoni di vetro che si fondono con i mattoni in terracotta della casa di città, in modo da dare l'illusione di un muro in dissoluzione.

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Facciata della Crystal House

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Dopo più di un’ora di cammino (siamo pazzi!) arriviamo nella zona di Osdorp-Oost solo per vedere WoZoCo, il primo complesso residenziale realizzato da MVRDV nel 1997. Le Western Garden Cities di Amsterdam, come molti quartieri del dopoguerra nei Paesi Bassi, sono caratterizzati da un'abbondanza di spazio pubblico. 

È stato proposto un blocco di 100 appartamenti per persone anziane. Tuttavia, se si fosse dovuto mantenere un'adeguata illuminazione solare, solo 87 delle 100 unità sarebbero state realizzate all'interno della lastra principale. 

MVRDV ha proposto quindi di montare a sbalzo sulla facciata nord le restanti 13 unità. Il loro orientamento est-ovest garantisce ai residenti una vista sul prato adiacente senza ridurre l'esposizione alla luce del giorno. 

Le finestre alternate, le dimensioni e i materiali dei balconi conferiscono ad ogni appartamento il suo carattere.

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Fonte: www.mvrdv.nl

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Facciata sud del complesso di WoZoCo

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Come ultima tappa della giornata, appena dopo pranzo, raggiungiamo la Museumplein, ovvero la Piazza dei Musei di Amsterdam che ospita il Rijksmuseum, il Van Gogh Museum e lo Stedelijk Museum, oltre alla sala concerti Concertgebouw (accanto sorge anche il MoCo, museo di arte moderna).

Avevamo prenotato preventivamente dall’Italia i biglietti per il Van Gogh Museum (unica modalità per cui si può entrare), abbiamo aspettato in coda che arrivasse l’ora della nostra prenotazione e siamo entrati, puntuali, nel magico mondo del pittore olandese per eccellenza.

Il museo è suddiviso in due parti: l’edificio principale e l’ala delle esposizioni temporanee (c’era quella di Millet).

L’edificio principale raccoglie le maggiori opere di Van Gogh sviluppate in quattro piani (compreso il piano 0) e suddivise cronologicamente e tipologicamente. 

I girasoli, Gli autoritratti, La camera da letto, Il mandorlo in fiore, Il capo di grano con corvi, La casa gialla, Le scarpe, L’iris e I mangiatori di patate sono i capolavori davanti i quali si accalta la maggior parte dei visitatori.

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Particolare de La camera da letto di Van Gogh

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GIORNO 3

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Abbiamo trascorso il terzo giorno di permanenza ad Amsterdam girovagando per il centro storico, adiacente alla Stazione centrale, altro rijksmonument (letteralmente monumento del regno) in città. Realizzata tra il 1881 e il 1889 su progetto di Pierre Cuypers, essa presenta una facciata neogotica e neorinascimentale con decorazioni riconducibili al passato marittimo della città e due torri dell'orologio ai lati.

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Particolare della torre dell’orologio

Foto di www.pinterest.it

Per raggiungere la Basilica di San Nicola, abbiamo attraversato il Beurspassage, che collega Nieuwendijk con Damrak. Tale passaggio ha una storia che risale al 1416 ma ciò che è visibile oggi è un’opera dello studio di architettura RAMSA con gli artisti Arno Coenen, Iris Roskam e Hans van Bentem, del 2016.

L'arte musiva che adorna il soffitto a botte, i lampadari, le pareti a specchio e il pavimento in granito raccontano la storia di Amsterdam, dei suoi canali e del rapporto tra uomo e acqua.

Il mosaico del soffitto è fatto di pietre di vetro nei toni del verde smeraldo e crea l'illusione di camminare in un tunnel sottomarino.

Di fronte ai negozi, gli specchi raccontano la storia della teoria dell'evoluzione secondo cui gli esseri umani provengono dal mondo marino. I sette lampadari in metallo sono di forma classica, ma sfoggiano elementi che ricordano le parti di una bicicletta (fari, ruote, raggi, ingranaggi e parti di telaio). Tra le vetrine dei negozi, sono appese sculture di vetro colorato con forme che rimandano a tipiche merci olandesi (diamante, zoccolo). Il pavimento a terrazzo, comunemente usato in molti edifici di Amsterdam, presenta decorazioni di stemmi.

 

Fonte: www.urdesignmag.com

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Particolare del soffitto del Beurspassage

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Raggiungiamo la Basilica di San Nicola, santo patrono di Amsterdam in quanto protettore dei naviganti.

La chiesa a croce latina divisa in tre navate risalente al 1885, è in stile neobarocco ispirato all'architettura romana. La decorazione pittorica interna è stata ispirata alla pittura italiana, in particolare di Giotto e di Beato Angelico.

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Cupola vista dall’abside della Basilica

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Uno dei tesori segreti della città si trova in via Singel 7, che ospita quella che è conosciuta come la casa più stretta del mondo. L'ampiezza della sua facciata misura infatti solo 1 metro, e contiene a mala pena la porta. Queste case così strette risalgono al Secolo d'oro olandese, quando la tassa di costruzione veniva calcolata in base alla larghezza della facciata dell'immobile (vedi CURIOSITÀ alla fine dell’articolo).

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Facciata della casa più stretta del mondo

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Proseguiamo a sud lungo il canale fino al Palazzo Reale (in olandese Koninklijk Paleis), che sorge su piazza Dam, la piazza principale, e accanto alla Chiesa Nuova.

Il palazzo, superbo esempio dell'architettura barocca olandese, fu inizialmente costruito per ospitare la sede del Comune, per poi essere trasformato in residenza reale, quando Luigi, divenuto re d'Olanda, decise di installarsi ad Amsterdam. 

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Facciata del Royal Palace

Foto di www.travelandleisure.com

GIORNO 4

UTRECHT

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La sera del 30 dicembre ci siamo trasferiti ad Utrecht e abbiamo dormito nel Bunk Hotel ricavato in una chiesa sconsacrata con organo decorato.

Bunk vuol dire letteralmente cuccetta, questo perché, se scegli l’offerta più economica ti ritroverai a dormire all’interno di una struttura cubica a due piani suddivisa in cuccette (con letto e ripostiglio per gli averi) chiuse da una tenda, come fosse una specie di letto a castello ma per 50 posti tra singoli e doppi (ci sono anche soluzioni di camere più tradizionali). 

Ecco, se soffrite di claustrofobia potrebbe non essere la scelta giusta!

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Interno del bunk

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La mattina del giorno 4, abbiamo visitato il centro storico con l’Università e il Duomo, simbolo della città con il suo campanile svettante.

La cattedrale è dedicata a San Martino di Tours e rappresenta uno dei migliori esempi dell'architettura gotica dei Paesi Bassi.

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Esterno dell'abside della Cattedrale

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Nel 2007, lo studio olandese Zecc Architecten ha completato la ristrutturazione della Chiesa residenziale XL, una chiesa abbandonata (vedi CURIOSITÀ alla fine dell’articolo), che è stata trasformata in una residenza unifamiliare (e che, ovviamente, non siamo riusciti a visitare al suo interno). 

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Particolare di facciata della Chiesa Residenziale

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Ci incamminiamo verso la zona residenziale di Rijnsweerd, a est del centro, per ammirare uno degli esempi più singolari di architettura organica degli anni 70/80, la Woonhuis de Waal.

L'architetto Anton Alberts incaricato dal cliente de Waal di progettare la propria casa, lavorò su un modello in argilla che continuò a modificare durante tutto il processo di costruzione.

La casa, soprannominata Monkey Rock o Castello di sabbia, è dotata di un corpo in cemento armato mentre le facciate esterne sono fatte in mattoni.

Nel 2001, la figlia di De Waal ha applicato piastre di titanio  all'esterno dell'abitazione per risolvere i problemi di perdita d’acqua. 

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Esterno della Woonhuis de Waal

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Raggiungiamo finalmente la prima delle ragioni del nostro pit stop ad Utrecht: la Rietveld Schröder House, che sognavo di visitare dal mio primo anno di architettura. Ci sarebbe da raccontare per giorni di questa casa ma, non vi preoccupate, non lo farò!

Ho (ovviamente) prenotato il biglietto online, che prevede la visita di un’ora (studenti €9.50) con guide informatissime su ogni dettaglio e angolo dell’architettura.

La casa fu progettata (come anche i suoi interni e i suoi arredi), secondo i principi di De Stijl, dall'architetto e designer Gerrit Rietveld nel 1924, e commissionata da Truus Schröder che vi visse fino alla sua scomparsa nel 1985.

Alla fine del 2000, l'UNESCO ha inserito l’abitazione nella Lista del Patrimonio Mondiale come icona e capolavoro della creatività umana.

Miss Schröder, vedova e madre di tre figli, desiderava un'abitazione completamente in armonia con lei e con le sue idee non convenzionali su come dovrebbe essere una casa. Avendo lavorato con Rietveld in passato, conosceva il suo disprezzo per la tradizione. 

Le principali caratteristiche di De Stijl includevano le fluide transizioni tra interno ed esterno, le linee pulite orizzontali e verticali e l'uso di tutti i colori primari, accanto a bianco, grigio e nero.

La casa doveva essere spaziosa, semplice e funzionale, per questo vennero introdotte le pareti scorrevoli al primo piano: di giorno, questo era uno spazio aperto, la sera la famiglia poteva dividerlo in quattro stanze separate. 

Alla morte della proprietaria, la casa è stata restaurata e riportata al suo stato originale. Oggi comprende i mobili progettati da Rietveld, come la sedia Zigzag e la famosa sedia Rossa e Blu del 1917.

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Particolare della camera della signora Schröder

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GIORNO 5

ROTTERDAM

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Arriviamo a Rotterdam e trascorriamo la quarta notte nell’Hostel ROOM Rotterdam, pieno zeppo di backpackers internazionali e situato nel distretto centrale della città.

Anche qui, come ad Amsterdam, è prevista la colazione a buffet (insomma, mica male per un primo dell’anno!).

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Reception dell'Hostel ROOM

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Passeggiamo per l’Erasmusbrug (Ponte Erasmo), il celebre ponte, simbolo della città, soprannominato De Zwaan (letteralmente il cigno), che collega il centro storico cittadino con il nuovo quartiere di Kop van Zuid. 

Intravediamo nella nebbia il De Rotterdam, edificio concepito come una città verticale di 150 m di altezza (è l'edificio più grande dei Paesi Bassi) di tre torri accatastate disposte in un grappolo irregolare ad uso misto, progettato nel 1997 dallo studio olandese OMA.

La costruzione mira a ripristinare la vivace attività urbana del vecchio quartiere portuale di Wilhelminapier.

Il De Rotterdam prende il nome da una delle navi della Holland America Line, che decollò da questo quartiere, trasportando migliaia di europei che emigravano negli Stati Uniti.

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Fonte: www.oma.eu

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De Rotterdam tra la nebbia

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Attraversiamo il Museumpark, il centro nevralgico della cultura a Rotterdam, e il cantiere del Museum Boijmans Van Beuningen, che sarà completato e inaugurato dallo studio MVRDV nel 2021.

Arriviamo quindi al Didden Village, una chicca della città che probabilmente pochi conoscono. 

Si tratta di un’estensione di un edificio storico esistente adibito ad atelier per la famiglia Didden e il primo progetto realizzato da MVRDV nella loro città natale.

Le camere da letto in aggiunta, di un blu che spicca sul panorama dei tetti, sono concepite come case separate e distribuite in modo tale da inserirsi in un mini-villaggio fatto di piazze, strade e vicoli.

Questa estensione può essere vista anche come un prototipo per una ulteriore e futura densificazione della città esistente.

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Facciata del Didden Village

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Un’altra chicca di architettura che non abbiamo voluto perdere è il Cafè de Unie, progettato dall'architetto JJP Oud nel 1925. 

La costruzione dell’edificio era stata voluta per riempire un lotto libero tra due imponenti edifici del XIX secolo su Calandplein, se fosse stato demolito dopo 10 anni. Rimase lì per 15 anni, fino a quando non fu distrutto nel 1940, durante i bombardamenti di Rotterdam.

Il Café ha tutte le caratteristiche del movimento de Stijl: superfici rettangolari con colori primari e intonaco bianco, tanto che la facciata è spesso paragonata alle composizioni asimmetriche di Mondrian degli anni 20.

Nel 1986 fu costruito un nuovo Café De Unie in Mauritsweg 35 (a circa 500 metri da dove si trovava originariamente) dall’architetto Carel Weeber con una replica della facciata originaria.

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Facciata del Cafè de Unie

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GIORNO 6

DELFT e L'AIA

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Abbiamo dedicato il sesto giorno alle trasferte nelle vicine cittadine di Delft e L’Aia, raggiungibili in treno a pochi minuti da Rotterdam.

La città di Delft è nota per aver dato i natali a personalità importanti della storia dell’arte, come Johannes Vermeer, famoso pittore del Secolo d’Oro, vissuto nella metà del 1600 e maestro che ritrasse le scene della vita quotidiana borghese olandese (nella Markt o Piazza del mercato, si trova la sua abitazione).

Una delle tradizione della città di Delft è la lavorazione della ceramica, le cui origini risalgono alla fine del XVI, che si caratterizza solitamente per le decorazioni di colore blu ed è per questo conosciuta anche come blu di Delft (in olandese Delfts blauw).

Una chicca di Delft è il fatto che ospita, tra gli altri, il più piccolo museo del mondo (di fronte al Cafè Uit de Kunst): una vecchia cabina telefonica nella quale i giovani artisti inseriscono un’opera d’arte al mese.

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Tipiche facciate olandesi a Delft

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A L’Aia (lo ammetto) siamo andati esclusivamente per visitare il Mauritshuis (letteralmente Casa di Maurizio).

Il palazzo, che precedentemente era la residenza del conte Johan Maurits van Nassau-Siegen, oggi ospita una delle più grandiose collezioni d’arte olandesi, che conta opere di Rembrandt (Autoritratto del 1669 e Lezione di anatomia del dottor Tulp), Jan Steen, Paulus Potter e Frans Hals, Carel Fabritius (Cardellino), Paul Rubens (Vecchia e fanciullo con candele e Giardino dell’Eden) e ovviamente Johannes Vermeer con Ragazza con l’orecchino di perla o con turbante, a volte conosciuta come Monna Lisa olandese.

Non si tratta di un semplice ritratto, ma di un tronie (dall’olandese faccia), ovvero un dipinto di una figura immaginaria in costume. Infatti ritrae una fanciulla a mezzo busto che ruota la testa per guardare lo spettatore.

Jan Vermeer era il maestro della luce e questo quadro ne esalta le sue capacità: in un gioco di ombre, si nota il turbante blu e giallo ma soprattutto l’orecchino con perla che cattura la centralità della luce.

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Ragazza con turbante al Mauritshuis

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GIORNO 7

ROTTERDAM

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L’ultimo giorno ci siamo concentrati sul quartiere storico di Laurenskwartier a Rotterdam dove sono situate tre architetture di diverse epoche.

La più visibile è il Markthal, dello studio di architettura MVRDV.

Si tratta di un grande edificio composto da appartamenti disposti in un grande arco e un mercato giornaliero nella piazza coperta al di sotto dell’arco stesso.

La volta interna è animata da un grande murale: Cornucopia, degli artisti Arno Coenen e Iris Roskam, che mostra immagini di prodotti alimentari ingrandite accanto a fiori e insetti, in riferimento ai dipinti di nature morte olandesi del XVII secolo. 

Al contrario, la facciata esterna, il pavimento del mercato coperto e lo spazio pubblico circostante sono tutti rivestiti in pietra grigia naturale, contribuendo a enfatizzare gli interni colorati che sono il fulcro dell'edificio.

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Fonte: www.mvrdv.nl

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Murale sulla volta del Markthal

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Davanti al Markthal, sono collocate le Cube Houses, un complesso residenziale, piuttosto singolare, progettato da Piet Blom, esponente dello strutturalismo, nel 1982-1984

Le case cubiche (in olandese Kubuswoningen) sono basate sul concetto di vivere come un tetto urbano: abitazioni ad alta densità e ottimizzazione dello spazio interno.

Blom inclinò i cubi di 45 gradi e li appoggiò su un pilone a forma esagonale. Il suo design rappresenta un villaggio all'interno di una città, dove ognuna delle 38 case rappresenta un albero (chioma nel cubo e tronco nel pilone) e tutto il complesso, una foresta (Blaak Forest).

Ogni cubo ha una superficie totale di circa 100 metri quadrati su 3 piani: street-house (soggiorno e cucina), sky-house (due camere da letto e bagno) e tabernacolo (piccolo giardino), mentre il pilone viene usato come ingresso.

Ogni gruppo di case forma una piazza interna con spazi comuni e di commercio, dove gli abitanti possono incontrarsi.

Una delle case ospita un museo, il Kijk-Kubus, dedicato al progetto dove viene mostrato ai visitatori come si vive in una casa cubica.

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Tetti delle Cube Houses

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La torre adiacente al complesso delle Case Cubiche è la Blaaktoren meglio conosciuta come Pencil Tower, per la sua copertura che ricorda una matita, completata nel 1984 dallo stesso Piet Blom.

Con la sua pianta esagonale, presenta una struttura radiale i cui muri di cemento si estendono radialmente verso l’esterno; di conseguenza ogni piano è diviso in sei parti uguali, 5 adibite a aree abitative e una per i collegamenti.

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Particolare della facciata della Pencil Tower

@ipaziarossi

COSA MANGIARE

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AMSTERDAM

Wok to walk (spaghetti cinesi)

Cannibale royale (carne)

Omelegg (omelette)

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Tipico menù da Omelegg

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UTRECHT

Le Connaisseur (tradizionale)

30 ml (colazione e brunch)

Manneken (patatine fritte)

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Patatine fritte to-go da Manneken

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ROTTERDAM

Markthal (mercato)

Picknick (brunch)

Foodhallen (mercato)

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Interno del Foodhallen

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DELFT

Uit de Kunst (merenda)

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Cortile di Uit de Kunst

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CURIOSITÀ

 

Appena arrivati ad Amsterdam ci siamo subito chiesti il motivo delle facciate inclinate.

In passato, nei Paesi Bassi lo Stato esigeva il pagamento di un’imposta proporzionale all’occupazione del suolo a seconda della larghezza della casa: più era larga più incideva sulle tasche del proprietario. Per ovviare a tale inconveniente, gli abitanti di Amsterdam trovarono una soluzione: edificare case strette, sviluppate in altezza per almeno tre piani. La conseguenza fu che gli appartamenti avevano scale strette e ripide, che rendevano difficoltosi i traslochi. Così sui tetti venne fissato un paranco con una carrucola, per sollevare gli oggetti. Per evitare che il carico sollevato urtasse e danneggiasse la facciata, gli edifici vennero quindi inclinati verso l’esterno.

 

Fonte: www.focus.it

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Tipica facciata inclinata ad Amsterdam

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La storia di come Amsterdam sia diventata la capitale mondiale dei diamanti inizia nel 1500 nell'Europa meridionale. L'impero moresco era al potere; gli ebrei non erano più i benvenuti in Portogallo e in vaste aree della Spagna. Nel timore della persecuzione, molti ebrei fuggirono al Nord, ad Anversa (Belgio).  Ma qualche anno dopo dovettero nuovamente trasferirsi a causa dell’intolleranza religiosa.

In quel periodo, i Paesi Bassi e Amsterdamerano conosciuti come il paese più tollerante in Europa. Con la popolazione ebraica ad Amsterdam quindi è arrivato l’artigianato del taglio e della lucidatura dei diamanti.

 

Fonte: www.costerdiamonds.com​

 

La parola Dam vuol dire la stessa cosa in olandese e in inglese e cioè diga, ovvero uno sbarramento artificiale  che impedisce il deflusso di un corso d’acqua e protegge un tratto di terra. In Olanda è il suffisso riferito alle città accanto all'acqua come Rotterdam e Amsterdam.

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Canali di Amsterdam

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Ad eccezione del Duomo ad Utrecht e della Basilica di San Nicola ad Amsterdam, tutte le chiese che avevamo programmato di visitare o che semplicemente abbiamo incontrato passeggiando per le città sono a pagamento. Perché? Poi ho googlato e ho scoperto che l'Olanda è il paese dove il fenomeno delle chiese dismesse e trasformate in luoghi profani è più diffuso, a causa della mancanza di fondi per la loro manutenzione. Basti pensare alle due chiese ad Utrecht trasformate in ostello (Bunk Hostel) e in abitazione (Church of living).

 

INFO UTILI

 

C’è da dire che non abbiamo avuto nessun problema a spostarci con i treni; io sono una maniaca dell’organizzazione e grazie all’app NS ho comprato i biglietti in anticipo, ma in ogni stazione si può facilmente fare lo stesso, al momento, nelle biglietterie self-service. Qui alcuni esempi di prezzi e tempistica di viaggio per treni riconducibili ai nostri regionali.

Amsterdam-Utrecht, 30 minuti, €8.00

Utrecht-Rotterdam, 45 minuti, €11.00

Rotterdam-Delft, 15 minuti, €3.60

Delft-L’Aia, 15 minuti, €2.60

L’Aia-Rotterdam, 25 minuti, €5.20

Rotterdam-Schipol Airport, 25 minuti, €15.80

Un pò costosini eh!

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In treno verso Utrecht

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Non abbiamo visitato il Rijksmuseum per mancanza di tempo e soldi. Anche il Van Gogh Museum costa abbastanza (20€ adulto; com’è possibile che non ci sia una riduzione per studenti ma solo per under 18?), però tra i due abbiamo preferito il secondo. 

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Non abbiamo mai utilizzato la bicicletta, ma è sicuramente il mezzo migliore per visitare le città olandesi. Basta semplicemente googlare rent bike Netherlands e via che si aprono mille siti dedicati agli itinerari ciclabili e all’affitto di biciclette in tutto il Paese. Oppure tramite BimBimBikes dove c’è la possibilità di scegliere il modello specifico e prenotarlo per un determinato giorno. Oppure ancora, se non si è pre organizzati, attendere di essere in loco: le città sono piene di negozi di noleggio biciclette.

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Bici sui canali di Amsterdam

@ipaziarossi

Il nostro viaggio si è concluso con dolore ai piedi e mal di schiena ma tanta soddisfazione nell’aver visto il più possibile di questa nazione. 

E voi? Siete mai stati in Olanda? Quali città avete visitato? E quali monumenti?

Se invece non siete mai stati nella terra dei mulini a vento e dei tulipani, spero che questo articolo vi sarà utile per il vostro prossimo viaggio.

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